E’ capitato a molti, può capitare a tutti di pronunciare frasi del tipo: “Ma perché questo mese ho speso così tanto di telefono!?! Nella bolletta c’è poi questa strana voce… che significherà!?!“.
Già, si tratta di costi imprevisti in bolletta per la linea fissa e, sempre più spesso, per il cellulare. Il fenomeno ha diverse cause: servizi che l’operatore ha addebitato di nascosto o (più di rado) di cui ha cambiato costo all’improvviso; contenuti o abbonamenti “premium” di terze parti (tipicamente erotici o giochi) che sono stati attivati senza il nostro consenso o piena consapevolezza. È un problema davvero complesso. In questo articolo scritto sempre su Blotek qualche mese fa, a proposito di addebiti truffaldini, abbiamo ricevuto tantissimi commenti… a dimostrazione che ogni giorno sono centinaia (se non migliaia) le persone colpite da questo fenomeno.
SERVIZI ATTIVATI DAGLI OPERATORI
Segreteria telefonica, servizi “Chi è“, contenuti forniti dal nostro operatore (Film, calcio, musica…): possiamo trovarceli addebitati in bolletta senza volerli. Alcuni, come la segreteria telefonica, danno fastidio anche se sono “gratuiti”, cioè privi di canone. Ha un costo infatti consultare la segreteria (quanto una chiamata a consumo; o comunque erode il plafond di minuti inclusi nel canone).
Non solo: può essere anche una seccatura dover controllare la segreteria alla ricerca di messaggi che qualcuno può averci lasciato: di questi tempi, con WhatsApp e Facebook Messenger, davvero non abbiamo né bisogno né voglia di stare dietro anche alla segreteria. Unica eccezione: se abbiamo parenti anziani che proprio non vogliono comunicare con noi in un altro modo e che, quando non rispondiamo, hanno l’abitudine di lasciarci un messaggio in segreteria. Per fortuna è molto facile disattivarla. Non è nemmeno necessario chiamare l’operatore: basta digitare un codice sul telefono (come se stessimo chiamando un numero) e poi premere sullo stesso tasto con cui facciamo partire la telefonata.
Veniamo ora ai servizi a pagamento attivati dall’operatore. Un caso particolare sono quelli “Chi ha chiamato” (avvisi di chiamata): l’operatore ci manda un SMS per avvisarci che qualcuno ci ha chiamati e ha trovato il cellulare irraggiungibile. Finora questo servizio era gratuito, ma da poco tempo è diventato a pagamento con tutti gli operatori eccetto 3 Italia. TIM lo fa pagare 1,90 euro ogni quattro mesi. Vodafone 6 centesimi per ogni giorno in cui viene usato (ergo, se tentano di chiamarci ogni giorno, spendiamo 21,90 euro all’anno). Wind fa pagare 19 cent ogni sette giorni a partire da quello in cui riceviamo l’SMS di notifica (al massimo, quindi, pagheremmo 76 centesimi al mese. Forse non sono grosse cifre, ma se non abbiamo bisogno di questa notifica perché pagarle?
Altroconsumo fa notare un caso sui generis di servizi non richiesti: quelli che appaiono nelle bollette di 3 Italia con le voci “Contenuti portale 3“, “Traffico extrasoglia” e ‘Traffico extra portale 3″. «È il tipo di servizio supplementare che ci viene segnalato di più, come non richiesto, dagli utenti», ci spiega Marco Pierani, responsabile rapporti istituzionali di Altroconsumo. Secondo l’associazione si tratta quasi sempre di “addebiti illegittimi” (a quanto scrive in una nota pubblica sul proprio sito, dove denuncia il fenomeno). È un fatto noto anche ad AGCOM, secondo cui, come ci spiegano: «per la maggior parte questi addebiti sono causati dall’acquisto di articoli sui giornali online mentre si naviga, da acquisti inapp o dal browsing mobile sul portale dell’operatore», spiegano dall’Autorità. Gli acquisti “inapp” sono quelli con cui possiamo comprare nuove armi, livelli eccetera all’interno di un’applicazione. Con 3 Italia e con Wind è possibile farlo tramite conto telefonico, in modo diretto, e non solo con carta di credito, «ma con 3 Italia l’acquisto è poco trasparente». AGCOM ha sanzionato l’operatore per 116 mila euro, la scorsa estate, per la poca trasparenza con cui questi costi erano riportati in bolletta. L’operatore si è impegnato a renderla più trasparente nel 2015.
SERVIZI PREMIUM DI TERZE PARTI
La principale minaccia ai nostri portafogli, su cellulare, è però probabilmente un’altra, a quanto riferiscono AGCOM e Altroconsumo sulla base delle denunce fatte dagli utenti. E sono i servizi premium di terze parti che si attivano sul nostro contratto, a mo’ di abbonamenti (per 5 euro settimanali, tipicamente). Succede così: navighiamo su un sito qualunque oppure usiamo un’app e ci appare un banner pubblicitario.
Senza volere ci clicchiamo sopra e finiamo abbonati al servizio. In certi casi, ci può apparire una finestra dove bisogna cliccare OK per avere il contenuto pubblicizzato (un gioco, un video erotico o semplicemente le previsioni del tempo). Comunque, in un modo o nell’altro, spesso i costi sono poco trasparenti, magari scritti in piccolo. Il meccanismo che c’è dietro è piuttosto complicato. Da quanto abbiamo potuto appurare, c’è un accordo (di per sé del tutto legale) tra l’operatore e il fornitore i quel servizio o contenuto. «L’accordo prevede che l’operatore fornisca il numero di telefono dell’utente al fornitore del servizio. Il numero viene associato all’indirizzo IP di navigazione. In questo modo avviene l’addebito sul conto», ci spiegano dall’AGCOM. È una catena complicata perché dietro ci sono anche altri soggetti: quelli che gestiscono il sito o l’app dove appare la pubblicità, nonché il network pubblicitario che la distribuisce. Tutti si spartiscono i soldi dell’utente.