HP aveva già intrapreso, un anno fa, la strada di portare il sistema operativo Android su un computer presentando lo Slate 21, un AllInOne da 21″ che, anche grazie a un prezzo di sicuro interesse, ha conosciuto un buon successo di pubblico, sufficiente da spingere l’azienda a rilanciare con un portatile a tutto tondo: lo Slatebook 14. Basta guardarlo per accorgersi che si tratta di un notebook diverso dalle classiche linee HP. La copertura è in alluminio grigio scuro e gli inserti in plastica gialla sul bordo gli danno un aspetto moderno e piacevole.
Lo Slatebook ha una linea pulita e sottile e, a prima vista, sembra un Ultrabook. Lo spazio per il poggia polsi è ampio, così come il trackpad e la comoda tastiera con tasti grandi e ben spaziati. E fin qui potrebbe sembrare un normalissimo notebook con dentro Windows. Osservando più attentamente la tastiera si notano però le prime differenze: al posto del tasto “fn” (quello che attiva il tastierino numerico virtuale nelle tastiere compatte) in basso a sinistra, troviamo il tasto per richiamare le applicazioni attive di Android quello con due rettangoli mentre al posto del tasto Windows troviamo il classico tasto Home che ben conoscono tutti i possessori di uno smartphone o tablet Android.
La prima configurazione avviene proprio come se stessimo configurando un dispositivo mobile, così uguale che al termine Android ci dà il “benvenuto sul tuo nuovo tablet”. E in effetti appena abbiamo iniziato a lavorarci, ci è venuto spontaneo usarlo proprio come se fosse un tablet. Davanti a noi si presenta una versione praticamente standard di Android 4.3 e il display da 14″, con risoluzione Full HD a 1920x 1080p, è touch. HP è nota per riempire i propri computer di un’infinità di programmi preinstallati e. considerata la tendenza di tutti principali brand del mondo Android a personalizzare il sistema operativo e aggiungere proprie app, temevamo il peggio. Invece il sistema appare pulito, senza fronzoli, giusto alcune app di terze parti, per altro essenziali, come Skype, Dropbox, Box, Evernote e la suite di produttività Kingsoft Office. Dal punto di vista delle caratteristiche hardware, lo Slatebook monta un processore Nvidia® Tegra® 4 quadcore a 1.8 Ghz con 2 GB di memoria RAM e 32 GB di memoria interna espandibile tramite schede microSD. Anche quest’ultima caratteristica tradisce una eccessiva similitudine con i dispositivi mobili e, a nostro giudizio, si configura come una piccola pecca, in quanto le microSD hanno una notevole diffusione in ambito smartphone, ma sui computer sarebbe stato decisamente meglio avere uno slot per schede SD compatibili con la maggior parte delle fotocamere in circolazione.
La connettività è completa e prevede WiFi e Bluetooth. C’è una porta USB 3.0, due porte USB 2.0 e l’uscita HDMI per collegarlo a un monitor esterno o a un televisore. In sostanza sono caratteristiche che permettono di lavorare e giocare senza problemi: anche con più applicazioni aperte si è dimostrato veloce e reattivo, senza rallentamenti. Le applicazioni si caricano velocemente e anche giochi come Assassin’s Creed Pirates viaggiano fluidi. Non l’abbiamo testato con giochi più impegnativi, ma immaginiamo che qualche rallentamento in più potrebbe soffrirlo, in fondo non è un computer destinato ai videogiocatori incalliti. Ottime invece le prestazioni sul lato multimediale. Il display regala immagini nitide e dettagliate con bei colori vivaci. L’angolo di visione è sufficientemente ampio per guardare in due o tre un film, anche se la finitura lucida risente di qualche riflesso. Gli altoparlanti BeatsAudio, posizionati sopra la tastiera, offrono un suono pieno e potente.
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