Nelle riprese video il rumore di fondo è un difetto che può diventare molto grave nel caso di scene buie, per via della forte amplificazione del segnale proveniente dal sensore. Questo problema esiste anche in campo fotografico, ma con i filmati la grana dovuta al rumore cambia da un fotogramma all’altro, creando uno “sfrigolio” molto visibile e fastidioso, che impedisce la visione chiara dei dettagli e distrae l’attenzione dello spettatore.
Per eliminare (o almeno ridurre) il rumore video, la società ABSoft propone Neat Video, un plugin utilizzabile con i più diffusi software video editor come: Adobe After Effects, Premiere Pro ed Elements, Apple Final Cut, Grass Valley Edius, Pinnacle Studio, Sony Vegas e VirtualDub.
Il plugin esiste in tre versioni: Demo, Home e Pro. La prima è gratuita ma limitata a video di 30 minuti con 1.024 x 640 pixel, inoltre inserisce un watermark e lavora a 8 bit per canale. Home elabora clip Hd (1.280 x 720 punti), mentre Pro non ha alcuna limitazione e può lavorare a 32 bit per canale, a seconda delle impostazioni del programma ospite. Per velocizzare le operazioni Neat Video può sfruttare non solo le Cpu multicore ma anche le Gpu Nvidia e Amd.
Il principio di funzionamento del plugin ricalca quello dei più efficaci filtri antirumore nel campo della fotografia digitale. Il software esamina una zona del fotogramma di colore uniforme e priva di dettagli, e crea un profilo di calibrazione che permette all’algoritmo di discriminare il rumore dai dettagli della scena, eliminando il primo e lasciando praticamente inalterati i secondi. Neat Video mostra in percentuale (Quality) la bontà di questa selezione. Se il valore è sopra il 60% il profilo del rumore consentirà un’efficace pulizia, altrimenti è meglio tracciare a mano l’area di analisi (di almeno 128 x 128 pixel), controllando il valore Quality. Se anche questo sistema non dà risultati soddisfacenti si può passare alla modalità Advanced, che consente di definire più zone, che il software analizza man mano che l’utente le traccia e preme ogni volta il primo pulsante posto sotto il grafico delle analisi compiute.
Se proprio non si riesce a ottenere un’analisi sufficiente bisogna cambiare fotogramma oppure clip video, basta che sia stato ripreso con lo stesso camcorder, con uguali parametri di registrazione e in condizioni di illuminazione simili. Il profilo generato da Neat Video, infatti, è riutilizzabile anche con altri filmati, purché siano rispettate le condizioni che abbiamo appena descritto. Terminata la preparazione del profilo si passa alla fase di pulizia vera e propria, che in modalità Standard richiede solo la regolazione dei valori di luminanza, crominanza e nitidezza. Il programma di default propone un’impostazione piuttosto conservativa, che nei casi di rumore elevato non elimina completamente la grana, per non dare al video un aspetto troppo artificioso. In Advanced i parametri sono molti di più: è possibile intervenire su tre frequenze per il riconoscimento del rumore, e sui singoli canali Y, Cb e Cr.
Quando tutto è a posto si ritorna al pannello di impostazione del programma ospite e si stabiliscono sia la soglia di intervento sia quanti frame consecutivi Neat Video deve considerare prima e dopo quello in fase di elaborazione (da nessuno fino a un massimo di cinque prima e cinque dopo). È anche possibile stabilire se l’algoritmo deve riconoscere un cambiamento del livello del rumore, utile quando la ripresa è stata fatta con il guadagno automatico attivo. Nelle prove, svolte con Adobe Premiere Pro, Neat Video si è comportato molto bene e ha recuperato clip quasi inguardabili in originale. Con i video non devastati dalla grana il miglioramento non si limita alla qualità visiva, ma permette anche di ottenere una compressione più efficace.
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