Per molto tempo l’oro è stato considerato la forma d’investimento più sicura. In un anno e mezzo il metallo nobile ha perso un quarto del suo valore passando da 1.796 euro per oncia (31,1 g) dell’ottobre 2012 a 1.323 euro di aprile 2013.
Nello stesso arco di tempo il valore dei Bitcoin (Btc) è schizzato da 8,50 a 105 euro e già si parla di bit-milionari (attualmente se ne contano oltre 100) e di grossi investitori della Silicon Valley.
Ha colpito l’intero pianeta la febbre da Bitcoin, valuta virtuale senza monete e banconote e perfino senza banche perché le transazioni avvengono attraverso una rete di computer decentrata. Ma come funziona questo sistema?
Gli utenti Bitcoin devono innanzitutto procurarsi un portfolio (wallet) e un programma come Bitcoin-Qt che esegue le transazioni e gestisce il denaro. I Bitcoin possono essere anche scomposti in frazioni piccolissime. La più piccola unità di Bitcoin si chiama Satoshi, dal nome (o molto probabilmente pseudonimo) del misterioso inventore Satoshi Nakamoto.
Come un tempo Satoshi creava i primi Bitcoin, oggi numerosi utenti “coniano” la moneta virtuale con un algoritmo crittografato.
La soluzione corretta dei calcoli non verifica solo le transazioni ma emette di volta in volta altra valuta. Questo processo si chiama mining (estrazione mineraria). I “minatori” raramente lavorano da soli poiché il calcolo per risolvere almeno uno dei complicati blocchi di calcolo richiederebbe anni. La maggior parte dei minatori collabora con un pool e utilizza computer appositamente creati. Il compenso di circa 25 Btc (2.560 euro circa) per un compito risolto è assegnato dal software in base alla potenza di calcolo disponibile. Fino a oggi i minatori hanno prodotto 11,2 milioni di valuta virtuale che corrispondono a 100 miliardi di euro di monete reali.
Per evitare che la moneta coniata invada il mercato, è stata introdotta una sorta di freno all’inflazione. Con il passare del tempo il grado di difficoltà aumenta, mentre la ricompensa diminuisce ogni quattro anni. Inoltre un minatore è autorizzato a risolvere un compito ogni dieci minuti. Questo sistema genera una curva di crescita che si avvicinerà allo zero presumibilmente entro il 2040. Verranno emessi 21 milioni di Btc, il limite massimo stabilito dall’algoritmo. Se la valuta coniata non è in grado di soddisfare la richiesta, si corre il rischio inflazione, vale a dire un rialzo eccessivo del corso delle quotazioni come accade già oggi. All’inizio di aprile la febbre da Bitcoin ha fatto aumentare la quotazione di 230 dollari per perdere il 70% del valore in pochi giorni.
Valuta stabile nonostante gli attacchi hacker Le quotazioni nascono dallo scambio nelle Borse Bitcoin, gli “uffici” di cambio tra Bitcoin e altre valute. Nelle Borse come Mt. Gox (la più grande con una quota di mercato del 70%) è necessario crearsi un account utente e collegarlo al proprio conto corrente bancario. Ovviamente esistono dei rischi perché le Borse talvolta vengono prese di mira dagli hacker. Il furto più eclatante: a giugno 2011 dei cybercriminali hanno rubato Bitcoin per 9 milioni di dollari su Mt.Gox. Stranamente la valuta non subisce un tracollo per gli attacchi hacker, per errori tecnici o per il sospetto di riciclaggio di denaro. Alla domanda perché ciò accade, ha risposto lapidario un partecipante alla conferenza Bitcoin 2013: “Perché è matematica. Non si può uccidere la matematica”.
Agli utenti il sistema offre indiscutibili vantaggi. Si possono eseguire transazioni in maniera anonima e senza essere condizionati dalle banche, un metodo che potrebbe aiutare i Paesi politicamente instabili. Poiché le transazioni sono pubbliche (senza rivelare l’identità dei partecipanti), il sistema è considerato anche molto affidabile. Finora non si sono ancora verificati casi di transazioni truccate. E la storia di successo dei Bitcoin continua nei bar, negli hotel e nei negozi online.